Di cosa si tratta?
La lattoferrina è una glicoproteina naturalmente presente nel nostro corpo ed è una delle prime sostanze di cui ci ‘’cibiamo’’ fin dalle nostre prime ore di vita. Infatti, tramite il colostro presente nel latte materno, i neonati allattati assumono buone dosi di lattoferrina oltre che di altri nutrienti preziosi.
L’importanza della lattoferrina è data dal ruolo chiave che ha nella risposta immunitaria innata, ovvero quella prima linea di difesa che si attiva immediatamente quando l’organismo incontra un patogeno. Questa preziosissima molecola fa sì che tutti gli attori di questa prima linea di difesa siano più forti ed efficienti. Non a caso è presente nelle secrezioni, quali saliva e lacrime, che rappresentano la ‘’porta d’ingresso’’ per i patogeni.
Dove si trova e in quali alimenti?
La lattoferrina si trova nel latte dei mammiferi, sia quello umano materno che in quello vaccino, ed arriva nelle ghiandole, come quelle lacrimali, del pancreas e salivari, dove svolge le sue funzioni. Nel latte umano se ne trovano circa 2 grammi in ogni litro.
Non ci sono altri alimenti che la contengano in natura; dunque, in caso di aumentata necessità, risulta importante ed efficace la sua integrazione.
Perché utilizzarla in inverno?
Il decisivo impatto della lattoferrina sul sistema immunitario, rende la sua integrazione molto utilizzata soprattutto nei periodi invernali, quando le difese sono più basse e circolano più patogeni che minacciano la nostra salute generale. La lattoferrina, infatti, ha molteplici azioni: antibatterica, antivirale, antiparassitaria e antimicotica.
Come ci difende dagli agenti patogeni e dai malanni di stagione?
L’azione antibatterica si manifesta con due sistemi diversi. Il primo avviene grazie alla sua capacità di legare ioni ferro: la lattoferrina sequestrando gli ioni ferro liberi, li sottrae al metabolismo di alcuni batteri impedendone la sopravvivenza. Proprio grazie a questo sistema è diventata “famosa” perché in alcuni studi è risultata efficace per la prevenzione del Coronavirus, insieme alla Vitamina D.
Il secondo sistema è più diretto e prevede l’azione battericida che va a ledere la membrana del batterio distruggendolo.
L’azione antivirale della lattoferrina, invece, è dovuta alla sua capacità di inibire il contatto tra il virus e le cellule ospiti, impedendo l’entrata del virus all’interno dell’organismo.
Oltre a questo, è bene sapere che svolge un’azione immunomodulante down-regolazione, limitando gli stati di infiammazione, e un’azione antiossidante, bloccando la formazione di radicali liberi coinvolti nello stress ossidativo.
Come e quando integrarla?
Essendo una proteina, sarebbe meglio assumere la lattoferrina in forma liposomiale affinché arrivi integra nell’intestino senza essere degradata. In alternativa, si possono scegliere altre forme appositamente modificate che permettono l’assorbimento a livello della mucosa orale, bypassando il rischio di essere scomposta dagli enzimi digestivi.
La finestra posologica è molto ampia: dai 50mg fino ai 300mg al giorno.
Massimiliano Merli
Biologo Nutrizionista
Instagram: dott.massimilianomerli
Sito: www.bodyrevo.it