Il coenzima Q10 svolge funzioni che lo possono far assimilare a una vitamina, cosa che in realtà non è, perché a differenza delle vitamine esso è prodotto anche dal nostro organismo. La sua diffusione in natura è ampia: è presente sia nei cibi di origine animale che in quelli di origine vegetale. I livelli tissutali di Q10 variano quindi sia in funzione dell’apporto esogeno che della biosintesi endogena.
Ha un ruolo antiossidante analogo e sinergico a quello della Vitamina E, che pare essere un fattore di crescita cellulare; ma mentre la Vitamina E viene ossidata dall'anione superossido, con diminuita azione nel tempo, il Q10 può essere ridotto enzimaticamente nei mitocondri, rientrando in tal modo tra gli ossidanti capaci di rigenerarsi.
Gli atleti che praticano sport di resistenza sono in assoluto quelli che mostrano i valori minori di Q10, con molte variazioni nel corso della stagione; sembra che ciò sia in relazione con i carichi di lavoro sopportati durante gli allenamenti.
In atleti che si dedicano a sport di potenza invece, i livelli ematici restano nei limiti della norma, probabilmente grazie al maggior apporto dietetico ed al minor impegno aerobico del sistema muscolare.
Tuttavia per tutti gli atleti che in un periodo agonistico si sottopongono a cali di peso o per rientrare in categorie di peso o per motivi competitivi, si è potuto evidenziare una preoccupante diminuzione del livello di Q10 plasmatico.
La diminuzione dei livelli di Q10 determina un peggioramento delle prestazioni correlato alla mancanza di recupero, e che può determinare una sintomatologia caratterizzata da astenia e dolori crampiformi.
Questo stessa sintomatologia può presentarsi anche in pazienti trattati con farmaci ipocolesterolemizzanti della classe delle “statine”, che in modo specifico bloccano la sintesi di HMGCoA-reduttasi inibendo insieme alla sintesi del colesterolo anche la sintesi di Q10.
La somministrazione di Q10 in atleti sotto intenso allenamento ha fatto riscontrare:
• maggiore capacità di lavoro
• potenza media più elevata nel contesto globale della prestazione
• diminuzione dei livelli di acido lattico
• antagonizzazione dell’azione sodio ritentiva dell’aldosterone.
L’apporto consigliato per il Q10 è circa 50-200mg al giorno. Probabilmente si ha maggiore o minore biodisponibilità con dosi di 20-30 mg ripetute che con monodosi di 100-150mg.